faq 9 Di cosa abbiamo bisogno per risollevarci ad una realtà sociale degna dell'uomo?

La cosa di cui abbiamo bisogno sono tante singole teste che non coltivino modi di pensare datati e usurati.

Se restiamo Conservatori e Progressisti, Radicali o Liberisti ecc. aggraveremo sempre più le problematiche sociali e ‘coltiveremo’, senza saperlo, le prossime guerre mondiali che allieteranno con il loro sordo brontolio le giornate delle nostre generazioni future: forse le nostre stesse giornate.

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Sostanzialmente è un problema di pensiero, di saper pensare bene... capacità che si sta perdendo.

Con un'immagine paradossale come esempio, se si è dotati di un minimo di capacità pensante, è in breve possibile osservare come malfunziona il corrente modo di pensare... ma andiamo con ordine.

Il nostro usuale pensiero, così come lo abbiamo in dotazione dalla nascita, come lo tratta la scuola odierna e come lo usiamo poi noi stessi in modo automatico, facendo le debite proporzioni con i nostri 70 anni di vita media... è come un coccodrillo: un sauro giurassico che in milioni di anni non si è più evoluto ed è rimasto tale e quale era allora.

Il nostro pensiero è stimolato dall'esterno (dai sensi, dalle cose) ma non lo è dall'interno – la scuola, essendo stata resa organica alla politica e all'economia, ha ovviamente fallito in questo compito squisitamente culturale – e senza un diretto coinvolgimento dell'utilizzatore stesso il pensiero, all'interno della nostra personale interiorità, non si attiva da sé!

Lo capiamo bene con l'esempio di un'automobile ferma alla pompa di benzina: se non ci attiviamo noi, la benzina non entra nel serbatoio da sé.

Così avviene, esattamente, anche per il nostro pensiero abituale.

Il pensiero stimolato dall'esterno resta alla superficie delle cose: la sua luce le riflette, come la Luna riflette la luce del Sole. La luce lunare resta alla superficie, quella solare invece penetra all'interno.

Soprattutto il nostro pensiero sociale richiede questa evoluzione: da lunare deve diventare solare, deve penetrare all'interno.

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Adesso veniamo all'immagine con cui capire come “non” funziona, come malfunziona l'usuale modo di pensare che resta alla superficie delle cose e non le approfondisce mai.

Immaginiamo questa scenetta apparentemente paradossale.

Un computer è composto sostanzialmente da due cose: la scatola con ciò che contiene è l'hardware e ciò che gli permette di funzionare, il sistema operativo, è il software. Lo sanno anche i bambini.

Adesso pensiamo che il vostro portatile abbia due componenti rotti (ad esempio il disco rigido e il carrello per inserire ed espellere CD/DVD) e che una persona abbia l'idea di risolvere il problema (che è squisitamente di hardware) cambiando il sistema operativo, cambiando il software.

I bambini di prima direbbero a quella persona:

“Guarda che non serve cambiare il software, prima di tutto devi aggiustare l'hardware”.

E quella persona, invece, risponde così:

“Se questo software non serve, allora ecco un altro bel software alternativo.”

Impossibile nella realtà vero?

E' infatti evidente a tutti – spero – che se prima non si aggiusta l'hardware, la parte meccanica o elettronica rotta del computer, non si può inserire neppure nessun software.

Purtroppo nell'ambito sociale, quando al posto del portatile c'è l'organismo sociale moderno, questo inutile affannarsi a presentare sempre nuovo software sociale, senza minimamente accorgersi che è innanzitutto un problema di hardware sociale... è esattamente quello che avviene da ben due secoli! Non ce ne accorgiamo e poi ci meravigliamo se la società va sempre più rotolando nell'abisso di una decadenza di cui non si vede la fine.

Il pensiero così come è, lunare riflesso, non vuole rendersi conto che l'attuale caos sociale non è un problema di software (ossia di idee politiche o morali, valori, persone, capacità ecc.) ma di hardware (ovvero di una strutturazione della società diversa dall'attuale Stato unitario moderno). E insiste trastullandosi emotivamente o impulsivamente con sempre nuovi superficiali software da proporre, assolutamente inutilizzabili per risolvere il problema di profondità causato dall'hardware.

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Certamente con un computer o una macchina qualsiasi, la scenetta descritta è impossibile: è la realtà stessa fisica dei fatti che fa prendere obbligatoriamente all'uomo la scelta giusta, che muove il suo pensiero riflesso verso la priorità dell'azione da compiere. Qui il nostro pensiero usuale non deve sforzarsi per capire, è teleguidato nell'azione giusta: prima l'hardware, poi il software. OK!

Ma se anche volesse fare il contrario, il computer non funziona fino a che, a forza di provare senza successo con mille software non gli viene in mente: “E se provassi ad aggiustare l'hardware?”.

Nella realtà sociale, tuttavia, questa scenetta paradossale di voler risolvere con sempre nuovo e diverso software sociale un problema di rottura dell'hardware sociale si ripete ormai da decenni e decenni come un disco rotto... senza che nessuno, purtroppo, se ne accorga.

Il pensare usuale, lunare riflesso, continuamente cerca di cambiare il software sociale (uomini del destino, bacchette magiche ideologiche e religiose, riforme e utopie... lo ripetiamo) senza accorgersi che è si rotto l'hardware sociale ossia la strutturazione sociale della nostra realtà.

L'uomo – come software sociale – da Conservatore è diventato Progressista, da Radicale è diventato Liberista, da Cattolico/Protestante/Ortodosso è diventato Materialista/Darwinista... ha cambiato mille casacche nuove e diverse negli ultimi due secoli, ma la scenetta non cambia: qualunque cosa diventi il software sociale da inserire... il ‘computer sociale’ rimane invariabilmente rotto.

Che poi l'hardware sociale permanga sempre rotto, ebbene questo fatto non viene mai messo realmente in discussione da nessuno.

Il nostro pensare sociale è sorprendente! L'occhio del software sociale ci vede benissimo, l'occhio dell'hardware sociale è cieco come una talpa!

E anche quando qualcuno parla di struttura sociale che va cambiata, ma non si è accorto che si è rotto lo Stato moderno proprio a causa della sua attuale interpretazione unitaria delle tre aree sociali – unitarietà sociale dunque (non politica) che intreccia maldestramente cultura, diritto, economia – abbiamo due pesanti negatività:

a) o col suo pensiero non coglie ancora che la strutturazione della realtà sociale – ossia l'hardware sociale rotto –è assolutamente la prima cosa da aggiustare;

b) oppure, per insufficienza della sua capacità di pensiero, scambia per hardware il software!

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Nessuna riforma possibile, nessuna bacchetta magica, nessun valore, nessuna utopia, nessun uomo del destino, dunque nessun software sociale è in grado di aggiustare l'hardware sociale guasto.

La priorità dell'azione è quindi quella di aggiustare prima l'hardware sociale deteriorato, la strutturazione della nostra società moderna nei due punti in cui si è sfasciata: solo dopo il software sociale può essere inserito con successo e può infine efficacemente funzionare.

1) La prima rottura dell'hardware sociale, della realtà sociale attuale, è causata da un componente obsoleto e corrotto: la strutturazione unitaria delle tre aree sociali compiuta dallo Stato moderno.

Il nostro usuale pensiero sociale non distingue qualitativamente le tre aree sociali (cultura, diritto, economia) le unifica quantitativamente in base al filtro statale-politico: in sostanza normalmente vede le altre due aree con il paraocchi dell'area giuridico-politico-statale.

Il che è un errore fondamentale, dato che con questo filtro le tre aree competono e non collaborano:
a) la cultura non funziona e produce l'attuale scuola dei somari,

b) il diritto non funziona: dice che siamo cittadini, ma in realtà ci utilizza come sudditi-schiavi,

c) l'economia non funziona e ci vuole trasformare tutti in docili ‘ingranaggi di consumo’.

Non è questa l'esatta fotografia oggettiva di un lato della moderna società di inizio terzo millennio?

2) La seconda rottura dell'hardware sociale, della realtà sociale attuale, è la mancanza di barriere tra un'area e l'altra: ecco la fonte oggettiva della collusione, del privilegio, del ricatto continuo. Il che è un altro errore fondamentale, dato che senza barriere funzionali e qualitative tra un'area e l'altra:

a) la cultura degenera nel fanatico dogma personale

b) il diritto degenera nell'effimero privilegio per pochi eletti

c) l'economia degenera nel selvaggio sfruttamento di tutto e di tutti.

E non è l'esatta fotografia oggettiva dell'altro lato della moderna società di inizio terzo millennio?

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Tutto ciò, ovvero i due lati ‘hard’ rotti e corrotti della moderna società all'inizio del terzo millennio, non è assolutamente un caso ma una conseguenza inevitabile dell'ignoranza in cui siamo stati tenuti circa la conoscenza di due leggi sociali oggettive che chiariscono perfettamente dove e come si origina il caos sociale attuale e, facendo questo, possono orientarci potentemente su come riparare questi due guasti dell'hardware sociale:
1) la Legge dell'Unitarietà delle tre aree sociali (Uas↑) e
2) la Legge dello Slittamento laterale degenerativo (Sld↓).

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Buona lettura