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Le fiabe come fonte di acqua per la vita

di Angelo A. Fierro

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alveare di calore

Argomento

La fiaba è una fonte d’immagini per l’interiorità dell’uomo e del suo puer aeternus, una perenne fonte di autoeducazione zampillante per dissetare i nostri aneliti conoscitivi.
Noi l’abbiamo da secoli da millenni e ce ne siamo scordati. È sempre stata una tradizione degli uomini, una tradizione che costituisce un patrimonio culturale dell’umanità, quella di raccogliersi intorno a un focolare ad ascoltare fiabe, racconti. La fiaba è una via maestra con le sue immagini portatrici del vero, del bello e del buono da riconoscere con piena presenza di Spirito.
Nel corso di incontri e seminari dedicati per una decina d’anni alle fiabe, ho maturato una metodologia di approccio in senso scientifico-spirituale. Con tale ottica il percorso di ricerca su una fiaba è imperniato sul suo attento ascolto e sul farsi delle domande.
Formulare domande apre piste di ricerca all’anima, ne amplia gli orizzonti, scava nei suoi fondali e apre squarci nei cieli.


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1 Pretesto per leggerlo

"Nessun prodotto della cosiddetta “letteratura per l’infanzia” come le fiabe è in grado di trasmettere − oltretutto in una veste così piacevole e avvincente − contenuti morali di tale levatura.
Per noi adulti, invece, si prospetta un percorso diverso. E questo libro così ricco di suggestioni, spunti di riflessione, piste di ricerca nei più diversi àmbiti conoscitivi mostra molto bene come si possa iniziare il cammino: come la lettura consapevole-meditativa di una fiaba, se affrontata con animo aperto e coraggiosa fiducia, offra un aiuto prezioso per la comprensione dei passaggi cruciali della propria biografia − una malattia, l’abbandono, il tradimento...− che sempre, proprio come in tante leggende un orribile drago posto a guardia di enormi ricchezze, nascondono il tesoro della conquista di una nuova consapevolezza." Nina Badile


Autore:

Angelo Antonio Fierro, nasce il 4/5/1954 in Svizzera, nel Canton Ticino. Compie i suoi studi universitari a Bologna, dove si laurea in medicina e chirurgia a 26 anni. Fin da allora ha avviato un percorso di ricerca a partire dalla passione per il mondo delle erbe officinali e del ruolo terapeutico della nutrizione.

Dopo una crisi biografi ca, a 30 anni, decide di abbracciare la medicina antroposofica. Qualche anno dopo coglie l’occasione di frequentare due seminari estivi con Fiorenza De Angelis a Santa Certa, in Umbria, per penetrare l’esperienza del colore, decisiva per attraversare in senso immaginativo la visione diagnostica delle iridi sulla base della Scienza dello Spirito.
Dai 36 ai 42 anni assume la presidenza dell’Associazione per la pedagogia steineriana di Bologna, dove fonda insieme con altri genitori la scuola ‘Maria Garagnani’.
A 45 anni dà alle stampe il testo di conferenze pubbliche, tenute negli anni precedenti, “Caleidoscopio nella medicina”. Dai 47 anni collabora come docente al corso di formazione in medicina antroposofica. A 51 anni viene chiamato da Carla Borri in qualità di docente alla scuola Stella Maris di Bologna, in cui due anni dopo ricopre la carica di responsabile scientifi co-medico. Dai 52 anni collabora e coordina con altri medici, arteterapeuti e psicoterapeuti l’attività clinica al Terapeuticum Heliopolis di Bologna. Collabora attivamente al gruppo di ricerca Antonio Raimondi Dell’Acqua.