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In principio era il Verbo

di Alda Gallerano

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il verbo

Argomento

In nove intensi racconti vengono ritratti e descritti personaggi dell’Antico e del Nuovo Testamento, connessi al Cristo Gesú, vero protagonista di questo libro.

Il primo, “Abram e Melchisedek”, narra del viaggio compiuto dal patriarca Abramo da Ur di Caldea (in Mesopotamia) a Canaan, l’antica Palestina, che Jahvè aveva promesso di donare ai suoi discendenti. Fu così che attraverso Isacco, il figlio nato nella vecchiaia da Abramo e sua moglie Sara, ebbe origine la stirpe che avrebbe in un futuro ancora lontano portato alla nascita di Gesù di Nazareth.

E in Canaan, dopo una battaglia vittoriosa, gli va incontro Melchisedek, un personaggio di somma importanza, che Rudolf Steiner, nel suo Vangelo di Matteo (Conf. IV) svela essere il capo di tutti gli Oracoli atlantìdei, il Grande Iniziato dei Misteri solari, che aveva trasferito dall’Atlantide verso Oriente tutta la sapienza di quel continente sommerso e l’aveva comunicata a coloro che sarebbero divenuti i portatori delle civiltà postdiluviane. Melchisedek, in realtà Manu, benedí Abramo e fece bere al patriarca succo d’uva da un antico, misterioso calice, che poi gli affidò. Secondo Anna Katharina Emmerick, il Cristo Gesú avrebbe usato quel calice nell’Ultima Cena. Seguono Davide, Isaia, Zaccaria, Simeone, Nicodemo, Giuda, e Pietro e infine, il “discepolo che Gesú amava”: colui che scrisse il Quarto Vangelo, il piú alto, che nel Cristo Gesú amò l’Amico perfetto. E questo amore Giovanni manifestò nel suo Vangelo con il verbo greco agapào, espressione del sentimento che unisce il Maestro ai discepoli.

Corredato di note esplicative, il testo è una buona lettura per gli adulti e per i ragazzi del ciclo V-VIII, nella pedagogia steineriana, che corrisponde alle classi V elementare-III media nelle scuole statali.


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1 Pretesto per leggerlo

"Dopo la morte del padre Terach, Abram fu chiamato da Dio, che gli rivelò il grande compito che avrebbe assolto per l’umanità futura: egli doveva fondare la stirpe ebraica, dalla quale sarebbe nato il Messia. Abram aveva settantacinque anni quando lasciò Carran. Abram dunque prese la moglie Sarai, e Lot, figlio di suo fratello, e tutti i beni che avevano acquistato in Carran e tutte le provviste che lì si erano procurate e si incamminarono verso il paese di Canaan. Ecco, Abram era giunto laddove voleva il Signore! E di nuovo il Signore apparve al patriarca: “Alla tua discendenza io darò questo paese. Alza gli occhi e dal luogo dove tu stai spingi lo sguardo verso nord e verso sud, verso l’oriente e verso l’occidente. Tutto il paese che tu vedi io lo darò a te e alla tua discendenza per sempre. Renderò la tua discendenza come la polvere della terra: se uno può contare la polvere della terra potrà contare anche i tuoi discendenti. Alzati, percorri il paese in lungo e in largo, perché io lo darò a te”. "Alda Gallerano


Autore:

Già ricercatrice presso l’Orientale di Napoli, redattrice di saggistica e scolastica, ha collaborato con dei periodici. Oltre ai lavori scientifici sulle religioni orientali, ha pubblicato, con G. Burrini, L’antroposofia (Xenia 1996), Padre nostro che sei nei cieli – Le più grandi preghiere di tutti i tempi e di tutti i paesi (Bompiani 1998), Pagine d’amor platonico (Edilibri 2002), Il karma (Xenia 2005). Nel 2014 è uscito Rosa era l’alba – Storie di donne del Sud (Il Calamaio) e nel 2015 Il Menestrello racconta… sempre edito da CambiaMenti.